From the Fashion (art) week – Fall 2016
Stavo facendo un giro su i vari style.com per aggiornarmi sul discorso fashion weeks appena concluse a Milano/Parigi/NY/Londra e sono capitata su questa bellissima selezione di immagini pubblicata da Vogue.
Hanno accostato gli abiti di brand diversi – uno più pazzesco dell’altro – a dipinti antichi, pannelli cinesi d’epoca, quadri famosissimi ed opere d’arte moderna. Un risultato meraviglioso che ho voluto condividere sul nostro blog per ricordare quanto sia importante la ricerca, lo studio e la storia per chi affronta ogni giorno un lavoro che prevede il famoso “processo creativo”, nel campo della moda come in quello dell’interior, come in ogni ambito in cui sia richiesta dell’immaginazione!
#MIA-LOVES OF THE WEEK
FOLLOW: FORTUNY VENEZIA
Questa settimana ci sono un paio di classici nei #mia-loves. I tessuti di Mariano Fortuny sono un’istituzione nel mondo ed un orgoglio per gli italiani. Ultimamente ho fatto molte ricerche sui tessuti Fortuny, per rintracciare disegni e pattern d’ispirazione e sono quindi capitata inevitabilmente anche sul profilo instagram di Fortuny Venezia (ormai se non hai instagram non sei nessuno, questo è chiaro).
Ci sono moltissime belle immagini su questo profilo, non solo tessuti ma anche luoghi, non solo arredo ma anche moda e per chi non lo sapeva – come me – la maison si è occupata anche della realizzazione dei costumi di Downtown Abbey, quella meravigliosa serie tv inglese che mi ha tenuta (non solo a me) incollata davanti la tv per ben 6 stagioni.
SEE: DANIEL BUREN – MUSEO MADRE Di NAPOLI
“Comme un jeu d’enfant, opere in situ” è la meravigliosa e sorprendente installazione realizzata da Daniel Buren per festeggiare i primi dieci anni di attività del Museo Madre di Napoli, posto unico al mondo e che il mondo c’invidia.
Con questo primo intervento Buren accoglie i visitatori nella grande sala al piano terra del museo, trasformata in uno spazio ludico, un vero e proprio gioco di costruzioni a grandezza reale, o un kindergarten (“giardino d’infanzia”) a dimensione ambientale, ottenuto grazie all’assemblaggio di un centinaio di moduli di forme geometriche e colori diversi ispirati ai solidi del pedagogo tedesco Friedrich Wilhelm August Fröbel.
Se siete a Napoli, non perdete una visita al museo ,dove vi avverto, potreste perdere la cognizione del tempo 🙂
READ: COLAZIONE DA TIFFANY
So che non c’è nulla di nuovo in questo libro, e che anzi lo conoscerete tutti, ma non bisogna sottovalutare il piacere di ri-leggere i classici. Personalmente, questo libro mi riporta ad un’epoca spensierata, all’estate, ai bei ricordi leggeri e malinconici. E poi una volta che si rilegge questo libro, non si può evitare il passaggio al film, che è uno fra i miei preferiti in assoluto interpretati da Audrey; la sua mascherina per dormire (magnifica) e il suo outifit mentre mangia il cornetto di fronte la vetrina di Tiffany, non si dimenticano.
GO: TISSUS INSPIRES, PIERRE FREY – MUSEE DES ARTS DECORATIFS DE PARIS
Dal 21 gennaio in mostra al museo delle arti decorative di Parigi, una raccolta degli ultimi 80 anni (!) del lavoro del signor Pierre Frey e della maison. Non solo tessuti, ma anche carte da parati e disegni ed inspirazioni…una vera immersione nel processo creativo e di produzione che riguardano un designer di tessuti, ruolo non proprio semplice da ricoprire arrivati a questi livelli.
Per noi, inutile dirvelo, varrebbe la pena prendere l’aereo solo per andare a godere di questa esposizione, considerato quante volte nel nostro lavoro ci soffermiamo ad apprezzare, amare e scegliere questi tessuti.
FOCUS DESIGNER ON PIET HEIN EEK
“Il materiale è l’elemento più importante di ogni progetto. Tu lo tratti bene e lui, in qualche modo, ricambierà il tuo affetto”.
Partendo da questa frase, si può capire molto di Piet Hein Eek. Prima di tutto c’è da sapere – per chi non lo sapesse – che è un designer olandese uscito dall’accademia di Design di Eindhoven nel 1990 e che, in poco tempo, è passato dall’autoproduzione dei suoi pezzi fino ad arrivare a possedere un’azienda / factory di appena 100mila metri quadrati e circa 90 dipendenti sempre ad Eindhoven.
Non ama realizzare pezzi su commissione, non gli interessa anzi. Ha un grande rispetto per i materiali, passione per la tecnica, una minuziosa e saggia conoscenza del mercato e tanto, ma tanto pragmatismo.
I materiali ed il “saper fare” sono per lui fonte d’ispirazione. Se cambia il materiale, cambia il progetto. Se le sue conoscenze sul materiale e le tecniche che puo’ sfruttare aumentano, crescono anche le possibili combinazioni creative. Lo stesso accade quando acquista un nuovo macchinario: pensa sempre in termini di ciò che è disponibile, non di cosa gli piacerebbe fare – a proposito di pragmatismo.
A certificare il suo talento anarchico di designer che autoproduce e distribuisce in proprio le sue creazioni, sono anche i dealer che lo rappresentano nel mondo. Tra i tanti, Rossana Orlandi a Milano, Artek in Finlandia, Twentytwentyone in Libano, Tom Dixon a Londra e a breve anche noi , modestamente, 🙂 nella nuova Galleria Mia che aprirà per la fine di Marzo a Saint Tropez, avremo (finalmente!) dei suoi pezzi. Vi terremo aggiornati…