DIOR REVOLUTION / MARIA GRAZIA CHIURI
Quando è trapelata la notizia che i designers di Valentino (Pier Paolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri) si sarebbero divisi e che la Chiuri sarebbe emigrata in quel di Dior, ho pensato che sarebbe stato un tragico evento. Mi sono detta: ecco, ora che avevo capito quali scarpe di Valentino mi sarei concessa mi cambiate tutto il mood e non ci sarà più la stessa bellezza né in Dior né in Valentino. Finirà che uno dei due marchi perderà qualcosa ed io avrò perso un riferimento tra le mie ispirazioni guida.
Ed invece Mai previsione fu più sbagliata! Dopo aver quindi attentamente visto e rivisto nei dettagli la collezione di Dior fresca fresca di debutto (il recentissimo 30 settembre), mi sono letteralmente innamorata di OGNI look, anche se le scarpe di Valentino le voglio ancora ovviamente.
La Chiuri – la prima donna (donna italiana, vorrei che venisse sottolineato!) a dirigire la storica maison francese – ha saputo cogliere l’irriverenza che da anni le collezioni Dior avevano a mio avviso dimenticato. Sono tornate la leggerezza e l’eleganza che prima venivano spesso soffocate dal troppo: troppo colore, troppo tessuto, troppi dettagli…troppo di tutto che distoglieva dagli abiti e dal messaggio finale.
La sfilata Spring/Summer Prèt-à-porter 2017 disegnata da Maria Grazia, che ha visto per la prima volta il pubblico lo scorso 30 settembre all’interno del meraviglioso Musée Rodin a Parigi, ha qualcosa del sapore romantico ereditato dal mondo Valentino ma non è una copia, piuttosto un adattamento in chiave francese e un pò punk. L’essenza di Dior in due parole 🙂
La DIOR REVOLUTION è quindi in atto, brava Maria Grazia Chiuri e grazie dalle tue grandissime fan di MIA e da tutte le altre vittime fashion come noi 🙂
FABRICS LOVERS
Come Proust che in età adulta ancora riusciva a sentire il profumo delle maideleines preparate dalla sua tata quando aveva pochi anni di vita, io invece ricordo vividamente come se ce l’avessi davanti in questo momento, tutti gli abiti – e quindi i tessuti meravigliosi – che mia nonna conservò gelosamente per anni e con i quali ho passato i momenti più fantastici della mia infanzia. Travestimenti unici per me piccola che poi con il tempo sono diventati abiti preziosi da indossare in occasioni speciali.
Di questi abiti ricordo l’odore buonissimo, la consistenza pesante e soprattutto importante, il fatto che non ce ne fossero in giro nelle vetrine dei negozi e che quindi fossero davvero pezzi unici.
Insomma, per farla breve, il mio sconfinato amore per i tessuti e tutto il mondo creativo a loro legato, mi ha fatto riflettere su quanto al giorno d’oggi quasi nessuno conosca la differenza fra la viscosa ed il cotone o fra il poliestere ed il lino. Ed è gravissimo! Certo,direte voi, chi si occupa di moda o di interior design dovrebbe essere più che informato al riguardo, ma ahimé non è così e sempre di più si va perdendo questo immenso patrimonio di conoscenza che rimane ora talento di pochissimi.
Per ovviare a questo problema o meglio a questa mancanza, i newyorkesi si sono mobilitati istituendo il NEW YORK TEXTILE MONTH e cioè il mese del tessuto come protagonista assoluto. Il mese scelto è Settembre che si è appena concluso ed a volere questa novità è stata la ex direttrice della famosa accademia di design di Eindhoven che noi di MIA conosciamo bene: Lidewij Edelkoort.
La Signora Edelkoort , che si occupa di mille e cento altre cose legate al design ed alla moda ovviamente (è il decano della Parson’s School of Design, per dirvene una) ha scritto questo Manifesto per introdurre il NYTM (new york texitle month) che trovate di seguito.
In sintesi quindi una serie di iniziative che orbitano intorno al concetto del tessuto in ogni sua declinazione possibile per “sensibilizzare”, interessare ed avvicinare nuovamente l’artista, il designer, lo stilista al tessuto e l’universo che lo accompagna.